Giovedì 9 dicembre sciopero Comdata Torino

No a ricatti e flessibilità – Sì a diritti e dignità Sciopero dei lavoratori e delle lavoratrici di Comdata SpA, sede di Torino Giovedì 9 dicembre Presidio in Via Carlo Alberto, 22/a dalle 10 alle 12 e dalle 16 alle 18

I lavoratori e le lavoratrici della sede di Torino della Comdata SpA scendono oggi in sciopero e manifestano.

Cosa vogliono?

Vogliono veder salvaguardati la qualità del proprio lavoro e della propria vita.

Ci rivolgiamo a tutte quelle persone che, purtroppo, stanno toccando con mano gli effetti di questa crisi, a coloro che hanno perso il lavoro, che sono in cassa-integrazione, che sono costrette a lavorare in nero, precarie, che vedono la speranza di un permesso di soggiorno legata al filo di un contratto regolare, a quelle che vivono con uno straccio di pensione.

A tutti/e coloro che sempre più spesso si sentono ricattati/e dal proprio datore di lavoro, che li obbliga a lavorare senza diritti, altrimenti chiude e li/le manda a casa.

Ecco, è quello che sta succedendo da noi.

Noi lavoriamo in un call center: spesso parlate con noi se avete un guasto al telefono, se dovete attivare la sim di un cellulare, se dovete fare la voltura del gas o della luce, se dovete chiedere un finanziamento…

Dietro le pubblicità patinate che ci vedono sorridenti e felici, c’è una realtà molto diversa:

il nostro è un settore sempre a rischio, dipendente dai flussi del “mercato”. Per uno stipendio di appena 1000 euro al mese patiamo in media 3 anni per avere un’assunzione a tempo indeterminato (e spesso non ci arriviamo, veniamo mandati via prima); ma anche quando riusciamo ad essere assunti/e, il nostro futuro è legato alle commesse, se vengono rinnovate bene, si respira, altrimenti iniziano le preoccupazioni.

Vorremmo lavorare bene, cercare di risolvere i problemi delle persone che ci chiamano, ma spesso non ci riusciamo, e non per colpa nostra: non veniamo adeguatamente formati, non ci mettono a disposizione strumenti per poter effettivamente risolvere i problemi, ma spesso siamo messi lì a fare da “cuscinetti”, da intermediari, a prenderci insulti e urla di chi è giustamente arrabbiato perchè non gli viene garantito un servizio o deve pagare cifre esorbitanti ingiustamente.

Ci dicono che la qualità del servizio è la prima cosa, ma poi l’unica cosa importante per l’azienda è prendere più chiamate possibili e farle durare il meno possibile. E se per questo bisogna rinunciare alle ferie e ai permessi maturati, diminuire la durata delle pause (previste per legge), non avere turni certi per programmare la nostra vita, insomma non vedere rispettati i propri diritti, l’azienda non si fa scrupolo di imporlo, instaurando un clima da caserma con ordini impartiti via computer, sanzioni disciplinari arbitrarie e continue minacce di chiusura della sede se non facciamo come dicono loro.

Siamo stanchi! Abbiamo una dignità e vogliamo che venga rispettata !

Purtroppo questo è un film già visto: abbiamo visto già in altre occasioni nostri colleghi e nostre colleghe in altre aziende (Omnia Service, Phonemedia, Agile) accettare la flessibilità, la precarietà, qualsiasi richiesta aziendale per paura di perdere il lavoro, e poi perderlo lo stesso perchè le proprietà mandavano in rovina le aziende.

Chinare la testa non paga, se ci vogliono servi, saremo servi disobbedienti, per difendere il nostro lavoro, la nostra dignità e il vostro diritto ad avere servizi utili e efficienti.

Quando abbiamo saputo che gli operai di Mirafiori scioperavano contro la proposta di Marchionne di portare a 10 ore i turni di lavoro, abbiamo pensato che allora non siamo i soli, che la linea aziendale di Comdata SpA è la linea di tutto il mondo delle imprese, che vuole scambiare i diritti di chi lavora, patrimonio di qualsiasi Paese civile, con la (presunta) certezza di salvare i posti di lavoro.

Per questo siamo oggi qui a scioperare e a manifestare, per dire che di fronte a questi ricatti, rispondiamo:

Non possiamo, non dobbiamo, non vogliamo…

Lavoratori e lavoratrici Comdata Torino

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